domenica 14 novembre 2010

Abruzzo e il risorgimento che non si può raccontare

                                                                                                                                                        
La liberazione dallo "straniero" austriaco era la cosa che interessava

meno alla casta liberal-massonica che teneva Carlo Alberto praticamente

in pugno. La Massoneria, a quel tempo fanaticamente anticattolica

(ricordiamo che era stata trapiantata in Italia dai rivoluzionari

francesi) teneva soprattutto a distruggere l' Austria "papista".

Nel Sudamerica, con la complicità interessata degli Usa, aveva promosso

una serie di guerre d"'indipendenza" che avevano tolto tutto alla

Spagna e al Portogallo e gettato quel continente, un tempo prospero,

in braccio allo sfruttamento americano e inglese. Nell'Ecuador, per

esempio, il presidente Garcia Moreno, cattolico, aveva consacrato la

Costituzione al Sacro Cuore, ma aveva anche dimezzato le tasse e

triplicato i salari, arrivando a concedere il voto anche agli indios.

L'Ecuador fu l'unico stato a mandare un modesto aiuto economico al papa

Pio IX, dopo l'invasione di Roma da parte dei piemontesi. Garcia Moreno

venne assassinato mentre usciva di chiesa.



Alla Prima Guerra d'Indipendenza italiana, com'è noto, parteciparono

tutti gli stati della penisola, anche i borbonici e perfino un

contingente pontificio. Ma quando si accorsero che non si trattava di

unire l'Italia in una confederazione secondo i progetti di Gioberti e

Cattaneo, ma di star prestando man forte all'espansione del Piemonte,

tutti si ritirarono. Carlo Alberto, resosi conto di essere stato di

fatto il burattino di un progetto massonico internazionale, cambiò idea

e da quel momento venne beffeggiato come "il re tentenna". Suo figlio

Vittorio Emanuele, invece, stette al gioco dei massoni Palmerston e

Napoleone III. Pura propaganda era l'idea di "unità d'Italia", tant'è

che l'italiana Corsica fu lasciata fuori, e Nizza e la Savoia

tranquillamente barattate.



Con le leggi Siccardi il Piemonte carbonaro gettò la maschera e

cominciò un'aggressione anticattolica senza precedenti. Gli ordini

religiosi furono espulsi, i vescovi incarcerati, i beni ecclesiastici

confiscati, i conventi divennero prigioni e caserme. Le processioni

vennero vietate e si procedette a un'epurazione degli impiegati statali

"papisti". L'assassinio di Pellegrino Rossi e poi l'effimera Repubblica

Romana inaugurarono l'era dei cortei massonici con gli stendardi neri

raffiguranti Satana che schiacciava la testa all'arcangelo Michele.

Le chiese assaltate, le tipografie cattoliche devastate, i gendarmi che

intervenivano per arrestare i "provocatori" cattolici.



Con i soldi inglesi e le truppe francesi Cavour e compagni scatenarono

una serie di guerre tutte regolarmente perse (la Seconda Guerra

d'Indipendenza fu di fatto vinta dagli zuavi francesi). Le sole

campagne vittoriose furono quelle contro altri italiani: il Papa e il

Sud. La Terza Guerra d'Indipendenza finì col disastro di Custoza e

Lissa, malgrado l'Austria avesse offerto gratis il Veneto e il Trentino

purche l'ltalia si ritirasse dall'alleanza con la Prussia.



I "plebisciti" sancirono l'annessione forzata di tutti gli ex stati

italiani. La gente doveva votare all'aperto, mettendo le schede in due

urne: su una stava scritto"sì", sull'altra "no". A Napoli si dovette

votare passando tra due ali di garibaldini armati. Malgrado ciò, i voti

sommati risultarono pure molto superiori all'effettivo numero dei

cittadini (segno che ogni "liberatore" aveva votato più volte).



La spedizione dei Mille venne finanziata dagli inglesi e dai

protestanti americani e tedeschi. Ai Mille man mano si aggiunsero

soldati piemontesi travestiti. Molti alti ufficiali borbonici, massoni,

cedettero senza combattere (alcuni finirono linciati dalle loro stesse

truppe). Quando i borbonici poterono combattere davvero, al Volturno,

Garibaldi a stento riuscì a salvare la pelle. A Gaeta, Cialdini

continuò a cannoneggiare per ore (anche l'ospedale) dopo che era stata

issata la bandiera bianca. Lo stesso farà Cadorna alla breccia di Porta

Pia. Diversi ufficiali piemontesi, cattolici, preferirono dimettersi.



Il floridissimo Regno delle Due Sicilie in brevissimo tempo fu portato

al tracollo finanziario, e i meridionali per la prima volta nella loro

storia furono costretti a emigrare all'estero per poter mangiare.

Il Sud dovette pagare le guerre del Piemonte, anche quella combattuta

contro i meridionali stessi. Arrivarono tasse anche sul macinato, sulle

porte e le finestre (le case cominciarono così ad avere un sola

apertura, con conseguenti epidemie di tubercolosi, il male del secolo),

arrivò la leva obbligatoria che durava anni e toglieva braccia a

popolazioni prevalentemente agricole. Per dieci anni il Sud fu trattato

come una colonia da sfruttare; sorse per reazione il cosiddetto

"brigantaggio" (i partigiani dell'ex Regno, come al solito, vennero

definiti banditi).



Metà dell'esercito piemontese era di permanenza nel Sud, con uno stato

di emergenza continuo: fucilazioni di massa, rappresaglie, stermini,

incendi. Nacque così il problema del "mezzogiorno", da allora mai più

risolto. Nel nuovo regime burocratico e accentrato i meridionali,

privati delle industrie e delle terre ecclesiastiche e statali su cui

lavorare, presero il vizio di far carriera nella pubblica

amministrazione. Lo scrittore Ippolito Nievo, cassiere dei Mille, morì

in un misterioso naufragio mentre tornava al Nord con le ricevute delle

somme erogate. Cominciarono gli scandali: l'appalto dei tabacchi,

quello delle ferrovie, lo scandalo della Banca Romana. Cominciarono i

cadaveri "eccellenti" e le "ingabbiature" di cui non si sarebbe mai

saputa la verità.



Alla breccia di Porta Pia, dopo i bersaglieri, il primo ad entrare fu

un carretto di Bibbie protestanti, tirato da un cane chiamato

"Pio Nono". Tra i patti che Cavour aveva fatto con gli inglesi,

"padrini" dell'espansione piemontese, c'era anche l'appoggio alla

divulgazione protestante contro l'odiato "papismo". Garibaldi si ritirò

a Caprera con un sacco di grano (secondo la leggenda) e con una cassa

di Bibbie protestanti (secondo la storia vera). Anche i soldati

italiani in Crimea vennero inondati di Bibbie protestanti. Quando Pio

IX morì il suo corteo funebre venne assaltato da fanatici massoni che

cercarono di gettare nel Tevere la bara. Ogni venerdì santo le logge

organizzavano giganteschi banchetti all'aperto in Roma, a base di carne

di maiale. Il sindaco di Roma, duca di Torlonia, che aveva osato fare

gli auguri a Leone XIII, venne destituito.



Il sindaco più ricordato del tempo è il massone Ernesto Nathan, figlio

dell'amante inglese di Mazzini, il quale potè fare il sindaco della

capitale d'Italia pur essendo cittadino inglese. Del resto solo meno

del 2% della popolazione aveva diritto al voto. Gli inglesi avevano

appoggiato l'invasione del Sud anche con le loro navi. Il Regno delle

due Sicilie deteneva il monopolio dello zolfo, essenziale per i

battelli a vapore, e l'Inghilterra voleva metterci sopra le mani.

In più, gli industriali piemontesi avevano tutto l'interesse nella

distruzione delle industrie borboniche, molto quotate

internazionalmente e fortemente competitive.



Quando i siciliani che avevano appoggiato i Mille, credendo che i

"liberatori" avrebbero provveduto a una redistribuzione di terre, si

appropriarono di alcuni appezzamenti a Bronte e a Villalba, Bixio

ricevette l'ordine di procedere a una spietata repressione. Quelle

terre appartenevano a inglesi. Una, in particolare, al padre delle

scrittrici Charlotte ed Emily, appunto, Bronte. Ultima stranezza

(ma non troppo): Garibaldi, Mazzini, De Amicis e molti dei "padri della

patria" erano spiritisti. A chiarire che si trattava esattamente di

un'espansione piemontese il nuovo Re d'Italia, Vittorio Emanuele, non

fu "primo", ma rimase "secondo". Vittorio Emanuele Il, Re

(adesso anche) d'Italia.


http://fantpolitik.blogspot.com/2007/12/risorgimento-quello-che-non-si-pu.html

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