Allegoria dell'Abruzzo, dall'Iconologia di Cesare Ripa
L'Abruzzo è una regione per gran parte montuosa nell'Appennino centrale. Le sue valli montane sono aperte verso sud e la mettono in comunicazione con il basso Lazio la Campania e la Puglia. Di conseguenza la storia dell'Abruzzo è strettamente legata alla restante parte dell'Italia meridionale con cui condivide in particolare otto secoli di appartenenza ad una comune nazione (Regno delle Due Sicilie).
Storicamente il nome Abruzzo deriva dal nome della contea dell'Aprutium, situata nel teramano, e a sua volta il nome Aprutium deriva dall'antico popolo dei pretuzi che popolava quel territorio.
L'Abruzzo nel corso della storia non è mai stato un territorio unitario. Anticamente era diviso tra un gran numero di popoli tra i quali Marsi, Vestini, Peligni, Marrucini, Frentani.
Nel corso dei secoli l'Abruzzo era spesso diviso in due regioni: l'una a nord del fiume Aterno e l'altra a sud del fiume. Questa divisione era seguita dalle due regioni augustee Picenum e Samnium. Nel Medioevo lo stesso confine sull'Aterno divideva i due ducati longobardi di Spoleto e Benevento. E dal XIII secolo le due regioni venivano chiamate Abruzzo-Citeriore e Abruzzo-Ulteriore. La divisione naturale del territorio abruzzese si è riproposta recentemente col distacco della regione Molise.
Non esistendo un centro politico, le numerose città dell'Abruzzo, di antichissime origini e brillante civiltà, seguirono ciascuna la propria storia indipendentemente. Così Marruvium e Corfinium furono centri preromani, Atri e Amiternum fiorirono sotto l'impero romano, Sulmona e L'Aquila fiorirono nel Medioevo, mentre Pescara appartiene alla storia moderna.
Di seguito si espone la storia cronologica dell'Abruzzo divisa per periodi storici rilevanti.
La Preistoria
La presenza dell'uomo in Abruzzo è documentata fin dall'età paleolitica. In quell'epoca gli insediamenti umani erano numerosi e sparsi in tutta la Regione. Nei pressi di Chieti e di Popoli sono stati fatti ritrovamenti importanti: strumenti litici di ogni tipo ed ossa di animali lavorate. Il Mesolitico non ha lasciato tracce significative. Di epoca neolitica è invece il celebre insediamento di Ripoli (2.200 a.C. circa), nella valle del torrente Vibrata, vicino Corropoli. Si tratta di un grande villaggio di capanne in cui si producevano ceramiche dipinte. Queste ceramiche hanno contraddistinto un particolare tipo di cultura la quale si diffuse in molte zone d'Abruzzo (Val di Sangro, litorale di Fossacesia ecc.). Molti reperti sono ancora conservati al Museo di Chieti. La popolazione di Ripoli era stanziale e praticava l'inumazione. Era dedita oltre che all'allevamento ed all'agricoltura anche al commercio. Altri insediamenti neolitici importanti si trovano a Lama dei Peligni, Lanciano e Bolognano. Diversi siti hanno restituito tracce legate alla pratica di culti neolitici in Abruzzo e si trovano sia in grotta che in abitato e riguardano il Neolitico antico, medio e recente. Dell'Eneolitico restano testimonianze importanti nella piana del Fucino che segna anche il sorgere della cultura appenninica in Abruzzo. Tipiche di questa cultura sono le ceramiche nere con incisioni geometriche e una gran quantità di strumenti ed oggetti in bronzo. La cultura appenninica si sviluppò infatti in Abruzzo durante l'età del bronzo medio (a partire dal 1500 a.C.).
Prime notizie
11 maggio 1181 a.C. mitica fondazione di Teate (Chieti) da parte dei guerrieri Achei seguaci di Achille nella guerra di Troia. Il piede di Achille viene rappresentato ancora oggi nello stemma della città di Chieti.
1180 a.C. l'antico eroe troiano Solima, compagno di Enea, miticamente fondò le città di Solima-Sulmo (Sulmona) e di Anxia-Anxanon-Anxanum-Lanzano (Lanciano) quest'ultima ebbe nome in memoria di Anxa fratello di Solima
1000 a.C. mitica fondazione dai fenici di Petrut-Pretut-Interamnea Pretutia/Pretutianum-Pretutia (Teramo)
fondazione dai liburni di Truentum-Castrum Truentinum
fondazione di Hatria (Atri). La città, per la sua importanza, darà il nome al mare Adriatico.
fondazione dai sabini di Amiternum
Strada romana ad Alba FucensVIII - VI secolo a.C. Popolamento dell'appennino abruzzese da parte di popoli pastorali sabini, seguendo il rito del Ver Sacrum (primavera sacra), con il quale si consacravano agli dei i nati durante la primavera. Essi, una volta divenuti adulti, lasciavano il proprio territorio per colonizzare una nuova terra, costituendo così un nuovo popolo. Le nuove tribù si consacravano nel nome di una divinità: Pico per i piceni, Marte per i marsi, Vesta per i vestini
La romanizzazione
435 i romani conquistano Anxanum che diviene prima colonia romana e poi municipium
325 a.C. nel corso della seconda guerra sannitica, una coalizione di vestini, peligni, marrucini e frentani viene sconfitta dai romani
290 dopo la battaglia di Camerino, tra piceni-romani contro i sanniti, le popolazioni dell'Abruzzo entrano a far parte come alleati dello stato romano
91- 89 a.C. Nella Guerra sociale contro Roma gli italici mettono in campo un esercito di 100.000 guerrieri, il gruppo dei Marsi è capeggiato da Quinto Poppedio Silone.
91 a.C. Corfinium è la capitale della lega italica. È di questo periodo la prima attestazione storica del nome "Italia", rinvenuto infatti per la prima volta su una moneta della lega sociale con capitale a Corfinium.
89 a.C. la Lex Plautia Papiria da la cittadinanza romana a tutti i popoli italici
costruzione delle strade romane: via Valeria, via Cecilia, via Claudia, via Traiana
colonie romane a Anxanum, Alba Fucens, Castrum Novum e Castrum Truentum
86 a.C. nascita di Sallustio a Amiternum
76 a.C. nascita di Asinio Pollione a Teate
43 a.C. nascita di Ovidio a Sulmo
Popolazioni italiche in AbruzzoAugusto divide l'Abruzzo tra le regioni Picenum e Samnium
42 d.C. l'imperatore Claudio prosciuga temporaneamente il lago del Fucino
68 terremoto a Teate (l'attuale Chieti)
101 terremoto a San Valentino in Abruzzo Citeriore
Il primo Medioevo 500-520
Risale al Medioevo prima menzione del toponimo Aprutium (Abruzzo), derivato dal nome del territorio romano Pretutium nel teramano, incluso anticamente nel Piceno. La Guerra gotica distrugge gran parte delle città, ma ancora non sconvolge l'assetto del territorio compreso per la maggior parte nella tardo-imperiale regione suburbicaria Valeria, che escludeva però all'incirca l'attuale provincia di Teramo, compresa nel Picenum, e buona parte della bassa provincia dell'Aquila che invece apparteneva al Samnium.
La resistenza imperiale si concentrerà nelle città di Amiternum (Pescara), Histonium (Vasto), Ortona, baluardi bizantini in collegamento con la Pentapoli marchigiana. In questo periodo però sembra inizino ad interrompersi le fiorenti rotte della transumanza, con la crisi di importanti centri interni dell'industria ovina quali p.sso l'Aquila: Amiternum, Foruli (Civitatomassa) e Forcona (Civita di Bagno); Corfinium (Corfinio) vicino Sulmona, in favore di un cospicuo aumento della superficie boschiva e quindi probabilmente dell'allevamento di animali da cortile.
VIII secolo
I longobardi dividono l'Abruzzo tra i ducati di Spoleto e Benevento, un grosso gruppo di germanici longobardi colonizza la valle dell'Aterno; anche le città costiere bizantine, che inizialmente resistono ai barbari, cedono a Grimoaldo I duca di Benevento nella seconda metà del V secolo. Nell'ordinamento longobardo, il gastaldato o gastaldia era una circoscrizione amministrativa governata da un funzionario della corte regia, il gastaldo o castaldo, delegato ad operare in ambito civile, militare e giudiziario.
L'odierno Abruzzo venne suddiviso dai Longobardi in sette gastaldati: Marsi, Amiterno, Forcona, Valva, Teate, Penne e Aprutium ripartiti nel Ducato di Spoleto (la Marsica e il territorio a nord del fiume Aternum oggi Pescara) e nel Ducato di Benevento (grosso modo la provincia di Chieti). Più che in altri luoghi d'Italia, la toponomastica abruzzese presenta forti tracce longobarde: fara e guardia (Fara San Martino, Guardiagrele, che si possono tradurre col termine latino castrum, postazione militare), sala, sgurgola, sono tutti termini militari longobardi. Al definitivo abbandono delle più importanti città romane attorno alle quali nacquero i gastaldati (Alba Fuscens, Amiternum, Corfinium) corrisponde la controtendenza di Sulmona e Chieti, le uniche città in cui l'assetto urbano del centro storico ancora oggi ricalca gran parte il tessuto viario romano.
Monachesimo e incastellamento
Dalla disgregazione dei sistemi cittadini due nuovi sistemi di antropizzazione si incrementano vicendevolmente in Abruzzo. L'economia d'età imperiale è rimpiazzata dall'economia rurale che ruota attorno a piccoli centri prevalentemente a carattere servile, che curano il dissodamento e la coltivazione degli appezzamenti di terreno degli antichi agri civici romani, o delle ville; ai contadini viene man mano concessa una certa libertà, visto l'aumento dei costi per l'approvvigionamento degli schiavi; non godendo di autonomia politica, si innestano su questi centri il dominio, le tutele e i diritti fondiari di feudatari e delle abbazie prima di Montecassino e San Vincenzo al Volturno, poi di San Clemente a Casauria, fondata nell'871. La frammentazione politica, la necessità di accentrare la popolazione per una gestione più razionale dei territori in fase di dissodamento sono le cause principali della nascita dei castra, centri fortificati attorno ad una fortificazione in cui in germe troviamo già le prime forme di signoria o aristocrazia fondiaria: sono esempio Balsorano, Castel di Sangro, Capestrano, Celano, Massa d'Albe, Pacentro, Tagliacozzo, in provincia dell'Aquila; Alanno, Popoli, Tocco da Casauria, in provincia di Pescara; Bisenti, Borrello, Casoli, Canzano, nelle province di Teramo e Chieti. Lungo la costa sopravvivono le città di Teate e Pinna.
754 Pipino III, padre di Carlo Magno, distrugge Teate
920 l'Abbazia di San Clemente a Casauria viene saccheggiata dai saraceni
950 inizia la dinastia dei conti dei Marsi
XI secolo nascita di San Berardo dei Marsi
La rinascita della costa
Nel X secolo i Bizantini riconquistano la Puglia settentrionale e il Gargano, ridando impulso allo sviluppo dei centri costieri che aprono al commercio marittimo le comunità agrarie della retrostante regione collinare. Gli sconvolgimenti politici del territorio Bizantino XI secolo sono estranei ai porti abruzzesi, i quali possono sfruttare a loro vantaggio la crescente domanda di viveri da parte di Venezia con la quale inizia una discreta relazione commerciale fino al consolidamento delle città portuali che avverrà con Federico II.
19 dicembre 1122 nasce San Berardo da Pagliara
1144 Prima menzione del Molise. Il conte di Bojano Ugo II, assume il titolo di conte di Molise. Deriva dal nome del capostipite della dinastia normanna dei conti di Bojano, Raoul de' Moulins, italianizzato in Rodolfo de Molisio.
Dagli Svevi agli Angioini
XII secolo, il territorio dell'Abruzzo coi normanni entra a far parte del regno di Sicilia
1222 Federico II di Svevia distrugge Celano, e riunifica l'Abruzzo in un'unica provincia con capoluogo Sulmona. Era costituita dal territorio dei sette antichi gastaldati longobardi, e il gastaldato dell'Aprutium dava il nome all'intera provincia.
Durante il regno di Federico II si ebbe la costruzione di eccezionali opere civili, come l'acquedotto medioevale di Sulmona, uno dei monumenti dell'epoca più importanti dell'Abruzzo.
1230 Federico II fonda la città di Aquila (L'Aquila).
1233 Federico II con la Costituzioni di Melfi del 1231 istituisce 11 Giustizierati, quello d'Abruzzo con sede a Sulmona, fu attivo solo nell'anno 1233.
23 agosto 1268 Battaglia di Tagliacozzo (o di Scurcola, o dei Piani Palentini), battaglia citata da Dante tra ghibellini e angioini: Corradino di Svevia imperatore del Sacro Romano Impero, viene sconfitto da Carlo I d'Angiò re di Sicilia.
1273 Carlo I d'Angiò divide il territorio tra l'Aprutium Ulteriore e Citeriore. Il 5 ottobre 1273 Carlo I d'Angiò sancì col diploma di Alife la suddivisione dell'Abruzzo, considerato un distretto troppo esteso per essere ben amministrato e difeso, trovandosi all'estremo limite settentrionale del regno. Si preferì seguire un confine naturale, il corso del fiume Pescara, determinando a nord il Giustizierato d'Abruzzo Ulteriore (Ultra flumine Piscaria) ed a sud il Giustizierato d'Abruzzo Citeriore (Citra flumine Piscaria).
Pietro da Morrone
1239 L'asceta Pietro da Morrone si ritira in eremitaggio in una caverna del monte Morrone presso Sulmona
1244 Pietro da Morrone fonda la Congregazione dei frati celestini
24 agosto 1294 Pietro da Morrone viene eletto papa col nome di Celestino V, l'investitura avviene nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila.
Uno dei primi atti ufficiali del nuovo papa fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella basilica di Santa Maria di Collemaggio della città di L'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. In pratica Celestino V istituì a Collemaggio il primo vero Giubileo, successivamente copiato dal successore (per molti usurpatore) per bloccare l'afflusso di pellegrini verso Aquila. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angiò, nominandolo "maresciallo" del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d'Angiò e Giacomo d'Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini.
18 settembre 1294 indisse il suo primo e unico Concistoro, nominando ben 13 nuovi Cardinali.
Dietro consiglio di Carlo d'Angiò, trasferì la sede della Curia da L'Aquila a Napoli fissando la sua residenza in Castel Nuovo, ove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto spartano e dove egli si ritirava spesso a pregare e a meditare.
13 dicembre 1294. Circa quattro mesi dopo la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi di dissuasione avanzati da Carlo d'Angiò, il 13 dicembre 1294, Celestino V, nel corso di un Concistoro, diede lettura di una bolla, appositamente preparata per l'occasione, nella quale si contemplava la possibilità di una abdicazione del Pontefice per gravi motivi. Dopo di che recitò la formula della rinuncia al Soglio Pontificio.
Pietro da Morrone, dopo l'abdicazione, fu rinchiuso nella rocca di Fumone, in Ciociaria, ove morì il 19 maggio 1296.
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'Abruzzo
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