Era il distintivo di cui i leggittimisti meridionali si fregiavano sin dall'invasione francese del 1799. Dopo la caduta di Gaeta i briganti mostrarono con orgoglio la coccarda rossa nella quale capeggiava il giglio borbonico sia sui copricapo a grosse falde che sul petto.
La coccarda riprodotta sopra apparteneva al Sergente Romano [comunicazione di Alessandro Romano]
(da: "BRIGANTI & PARTIGIANI" - a cura di: Barone, Ciano, Pagano, Romano - Edizione Campania Bella)
IL GIURAMENTO
Noi giuriamo dinanzi a Dio e dinanzi al mondo intero
di essere fedeli al nostro augustissimo e religiosissimo sovrano Francesco II
e promettiamo di concorrere con tutta la nostra forza e con tutta la nostra anima al suo ritorno nel Regno;
di obbedire ciecamente a tutti i suoi ordini a tutti i comandi che verranno sia direttamente sia per i suoi delegati dal Comitato centrale residente a Roma.
Noi giuriamo
di conservare il segreto affinché la giusta causa voluta da Dio, che è il regolatore dei sovrani, trionfi col ritorno di Francesco II, re per grazia di Dio, difensore della religione e figlio affezionatissimo del Nostro Santo Padre Pio IX che lo custodisce nelle sue braccia per non lasciarlo cadere nelle mani degli increduli, dei perversi, dei pretesi liberali.
I quali hanno per principio la distruzione della religione dopo aver scacciato il nostro amatissimo sovrano dal trono dei suoi antenati.
Noi promettiamo anche,
con l'aiuto di Dio, di rivendicare tutti i diritti della Santa Sede e di abbattere il lucifero infernale Vittorio Emanuele ed i suoi complici.
Noi lo promettiamo e lo giuriamo.
(da: M. Monnier, Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle province napoletane, Barbera, Firenze, 1863.)
GIURAMENTO TROVATO NELLE TASCHE DEL BRIGANTE SERGENTE ROMANO
Promettiamo e giuriamo
di sempre difendere con l'effusione del sangue Iddio, il sommo pontefice Pio IX, Francesco II, re del regno delle Due Sicilie, ed il comandante della nostra colonna degnamente affidatagli e dipendere da qualunque suo ordine, sempre pel bene dei sopranominati articoli; così Iddio ci aiuterà e ci assisterà sempre a combattere contro i ribelli della santa Chiesa.
Promettiamo e giuriamo ancora
di difendere gli stendardi del nostro re Francesco II a tutto sangue, e con questo di farli scrupolosamente rispettare ed osservare da tutti quei comuni i quali sono subornati dal partito liberale.
Promettiamo e giuriamo inoltre
di non mai appartenere a qualsivoglia setta contro il voto unanimemente da noi giurato, anche con la pena della morte che da noi affermativamente si è stabilita.
Promettiamo e giuriamo
che durante il tempo della nostra dimora sotto il comando del prelodato nostro comandante distruggere il partito dei nostri contrari i quali hanno abbracciato le bandiere tricolorate sempre abbattendole con quel zelo ed attaccamento che l'umanità dell'intiera nostra colonna ha sopra espresso, come abbiamo dimostrato e dimostreremo tuttavia sempre con le armi alla mano, e star pronto sempre a qualunque difesa per il legittimo nostro re Francesco II.
P
romettiarno e giuriamo
di non appartenere giammai per essere ammesso ad altre nostre colonne del nostro partito medesimo, sempre senza il permesso dell'anzidetto nostro comandante per effettuarsi un tal passaggio.
Il presente atto di giuramento
si è da noi stabilito volontariamente a conoscenza dell'intera nostra colonna tutta e per vedersi più abbattuta la nostra santa Chiesa cattolica romana, della difesa del sommo pontefice e del legittimo nostro re.
Così abbracciare tosto qualunque morte per quanto sopra si è stabilito col presente atto di giuramento
(da: T. PEDIO "Inchiesta sul brigantaggio" Fasano di Puglia 1983)
I COMANDAMENTI DEL BRIGANTE
1. - Cercare di colpire sempre gli ufficiali e i graduati, è meglio uccidere un solo ufficiale che molti soldati (quando si colpisce la testa, le altre membra diventano inutili).
2. - Caduto l'ufficiale, gli uomini, senza direzione facilmente fuggono
3. - Non accordare mai quartiere ai feriti e ai prigionieri, ucciderli, scannarli e massacrare i cadaveri in modo da impressionare i soldati quando li ritroveranno.
4. - Il soldato quando si batterà, penserà sempre alla fine che l'aspetta se cade ferito o prigioniero e quando vedrà le brutte... scapperà...
5. - Esporre la vita per salvare un compagno, ucciderlo piuttosto che resti ferito o prigioniero dei soldati.
6. - Nei combattimenti corpo a corpo non fare le spacconate dei soldati di menare calciate di fucile; giuocare invece serrato di coltello; tirare colpi alla pancia e girarvi dentro la lama; si fanno ferite più dolorose, che si sentono subito, si vedono uscire fuori le budella, e difficilmente guariscono.
7. - Attaccare la truppa quando si ha la certezza di vincere, mantenersi nascosti, o fuggire quando non si è in numero e in posizione vantaggiosa.
8. - Mettersi tanto di notte quanto di giorno in posizioni elevate, possibilmente vicino a boscaglie, che offrono sicuro scampo, perché i soldati difficilmente vi si internano.
9. - Non risparmiare la vita dei soldati, mai e poi mai quella degli squadriglieri; far del tutto per averli vivi in mano per poi farne strazio.
10. - Durante il combattimento qualunque atto di insubordinazione o mancata obbedienza deve essere punita dal capobanda con una schioppettata nella testa.
fonte:http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Documenti/Fiocco.htm