lunedì 15 novembre 2010

Chi è il cosiddetto "Guerriero di Capestrano",

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Esaminiamo una statua scolpita in Abruzzo dal popolo dei Piceni, nel 600 a.C. E' il cosiddetto "Guerriero di Capestrano", che prende nome dalla località abruzzese in cui venne rinvenuto. Essendo unico nel suo genere, ha subito rappresentato motivo di forte dibattito tra gli studiosi.

Gli archeologi sono discordi inizialmente per quanto riguarda i canoni stilistici, davvero inusuali per i Piceni. Infatti i fianchi larghi, la vita stretta e la posizione delle braccia ricordano molto il faraone egizio Akhenaton, famoso per aver tentato invano di portare in Egitto un culto monoteista.

Gli studiosi sostengono che potrebbe essere la raffigurazione di un soldato piceno (in riposo o in parata), ma perchè in questo caso indossa quell'enorme copricapo e una maschera?

Di certo, non potevano essere adoperati in battaglia, perchè ingombranti e scomodi.
Che il cappello sia in realtà uno scudo, come ritengono alcuni?
Ma perchè posizionarlo sulla testa?

 Inoltre, nessuno scudo è stato mai ritrovato nei siti e nelle tombe dei Piceni, provando così che questo oggetto di difesa non fu mai utilizzato dai soldati di questo popolo.

Per quanto riguarda la maschera, invece, essa aveva un significato ben preciso nella cultura Picena e, più in generale, italica: la diversità.

Il soggetto raffigurato era dunque uno straniero, diverso dagli altri, giunto chissà da dove.

 E, secondo recenti studi, pare proprio che, ai lati della statua, gli scultori vollero inserire proprio la provenienza di chi raffigurarono.
Vi sono due pali con delle iscrizioni, che il personaggio sembra attraversare, come fosse un passaggio importante (o invisibile), e che nella sua complessività ricorda alcune raffigurazioni mesopotamiche ed egizie.

La lingua adoperata non è quella osco-umbra, nè quella etrusca o di altri popoli italici, bensì un misto, e a molti ricorda le misteriose tavolette di Aratta ritrovate in Mesopotamia.

Questa stranezza ha portato gli studiosi a chiedersi: perchè utilizzare un mix di lingue?

 Le traduzioni ufficiali indicano, infatti, messaggi banali o privi di senso.

Decifrando invece secondo il metodo dei numeri, lo stesso metodo che si adoperò con le tavolette di Aratta, la scritta dice: ''Viaggiatore guidato nello spazio verso la Madre Terra''.

Ma allora, cosa voleva raffigurare il Guerriero di Capestrano? Probabilmente, qualche conoscenza che assimilarono dall'Egitto.

Una conoscenza molto antica che, come al solito, punta verso le stelle e che i Piceni vollero tramandare ai posteri attraverso questa imponente statua, dallo sguardo celato e allo stesso tempo profondo.

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